Utilizzando il nostro sito Web, si acconsente all'impiego di cookie in conformità alla nostra Politica sui cookie

  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

DIDATTICA

PROGETTI

LA SCUOLA DELL'OBBLIGO NON E' SCUOLA DEI PROGRAMMI, MA E' SCUOLA DEGLI ORIENTAMENTI

L’introduzione dei BES in qualche modo contamina lo status di subalternità del docente nei rapporti con il referente clinico e gli consegna la coscienza, il riconoscimento di una competenza didattica sufficiente per poter valutare le potenzialità dei singoli ragazzi, per ricercare possibili percorsi di facilitazione, per individuare risposte specifiche a specifici problemi.

Non sarà più indispensabile una diagnosi per dare avvio ad un percorso personalizzato, ma l’osservazione, la competenza, la professionalità di una funzione docente che potrà anticipare i tempi, che potrà operere delle scelte didattiche precise. La diagnosi, se necessaria, potrà offrire un perché, potrà definire i limiti funzionali raggiungibili, le caratteristiche operative e comportamentali, forse anche una opportunità di collaborazione con terapie specifiche, ma in campo educativo la didattica e la relazione sono opportunità e professionalità che appartengono ad altri mondi e ad altri ruoli.

Le responsabilità aumentano, non ci si può più nascondere dietro :”se non c’è la diagnosi non possiamo fare nessun PDP” ma soprattutto Chi sono i BES? Interessante e chiarificatrice può essere la mappa proposta dalla Prof. Rita Rondinelli.

A noi non resta che porci alcune domande e qualche perplessità, forse non solamente formali. Sostanzialmente PEI e PDP si differenziano dal fatto che

Ø PEI(Piano Educativo Individualizzato L. 104) di fronte a problematicità cognitive PUO' DIVERSIFICARE I CONTENUTI, I PROGRAMMI E LE COMPETENZE SPECIFICHE

Ø PDP/PEP (Piano Didattico/Educativo Personalizzato L. 170) DIVERSIFICA LE METODOLOGIE, I TEMPI E GLI STRUMENTI NELL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA SCOLASTICO COMUNE DELLA CLASSE

Sembra chiara la differenza in quanto è possibile garantire l'inclusione scolastica anche per i ragazzi con problemi di insufficienza cognitiva e quindi nell’impossibilità di partecipare ad un percorso scolastico in parallelo alla classe.

QUESITI:
1) Ma se la scuola dell’obbligo non evidenzia più il programma scolastico comune, ma personalizza gli interventi in rapporto alle singole abilità, interessi e orientamenti perché prevedere un percorso non limite?
2) Perché per gli studenti in piena integrità cognitiva, pur con la legge 104, deve essere predisposto un PEI e non un PDP?
3) Perché dare così poco risalto alle famiglie soprattutto nella scuola dell’obbligo, dando evidenza all’aspetto educativo?
· Se per l’aspetto DIAGNOSTICO ha titolarità il Clinico
· Se per l’aspetto DIDATTICO ha titolarità il Docente
· Per l’aspetto EDUCATIVO ha titolarità la Famiglia

La sfera Educativa ha evidenza e priorità ovunque come obiettivo da raggiungere, come altrettanto si ricerca nella famiglia un consenso, un’alleanza, una condivisione di cammino. Forse occorre dare ad essa un ruolo più chiaro e definito. È possibile cominciare a pensare differente e porre come discriminanti nelle progettazioni di percorsi didattici, elementi differenti:

1) Da parte dei ragazzi la discriminante sarà la sfera dell' autonomia e dell'integrità cognitiva con conseguente capacità di conseguire gli obiettivi minimi

2) Da parte degli operatori, la famiglia come referente principale nei processi educativi

SU QUESTE BASI POTREMMO PROPORRE UN NUOVO SCHEMA: